BLOG & NEWS

L'esperienza non è ciò che accade a un uomo.
E’ ciò che un uomo fa di ciò che accade.
(Aldous Leonard Huxley)

Che cosa è la parola?

Non possiamo non porci queste domande. Che cos’è la parola? Che importanza ha?

In un tempo in cui la comunicazione avviene essenzialmente attraverso le immagini, i siamo catturati dagli slogan pubblicitari, si comunica attraverso rapidi “messaggini” composti di parole monche grz, tks, tvb, xchèche cosa è la parola? 

Spesso mi capita con gli attori alle prime armi di assistere a momenti di improvvisazione in cui l’azione drammatica si riduce a uno scambio di innumerevoli parole, che danno l’illusione di riempire, di dare significato il “qui e ora” di apparenti significati. Apparente. Già.

Più volte mi è capitato di sentire che la parola oggi viene privata della sua essenza. E qual è la sua essenza?

Una parola porta con sé tutto il valore semantico (radici, prefissi, suffissi…) che la rende essenzialmente diversa da una simile nel significato; per questa ragione la scelta di una parola per un autore è specifica.

Una parola porta con sé anche il proprio mondo di significati, esperienze, emozioni e simboli.

Una parola diventa strumento che deposita nell’altro significati specifici personali.

La parola per l’attore

Per l’attore la parola è il risultato di un processo che condensa in un istante una pluralità di momenti

Tecnicamente la parola nasce dalla respirazione: un fiato, freddo che cade dentro; attraversa il corpo pieno di quel campo da cui quel respiro proviene. Si arricchisce delle proprie emozioni di quell’ istante. Si trasforma in un significato. Infine esce, caldo, diretto verso l’altro per generare un contatto.

La parola è un segno che si fa carico di senso. Per questa ragione spesso si stimola l’attore a lasciare che sia il silenzio a generare la parola, che essa sia la reale e autentica risposta ad un ascolto che permette la relazione.

Una parola responsabile sarà una parola che nasce dall’ascolto del momento che si sta co-creando con l’altro. Una parola dunque in grado di respirare il sentire altrui, accoglierlo per trovare talvolta significati condivisi, ma anche solo per affidare i propri valori.

Il teatro dunque ci chiede di essere consapevoli del sostanziale valore delle parole quando essa generano autentica connessione. Mi capita così di mettere in guardia quegli attori che si crogiolano nel sentirsi parlare, incoscienti del valore profondo che il parlare porta con sé.“Parlarsi addosso” oppure “le parole ti parlano” sono modi di dire che interpretano quei vizi degli attori che ancora non hanno sperimentato il potere creativo delle parole nella relazione. Lo stimolo più grande che la parola oggi ci propone è di badare all’essenza della relazione, provando a distinguere l’effimero dalla sostanza.

Il potere del linguaggio

Ancor una volta colgo lo stimolo del lavoro dell’attore sulla parola per fare delle considerazioni che riguardano , in realtà tutti noi, nella vita di tutti i giorni.

E allora faccio una premessa, scontata ma fino ad un certo punto.

Siamo essere linguistici, attraverso il linguaggio descriviamo la realtà intorno a noi, condividiamo le nostre esperienze, le nostre scoperte, i nostri punti di vita, le nostre intenzioni. Attraverso le parole esprimiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni.

Ma non solo questo, attraverso il linguaggio possiamo influire sulla realtà intorno a noi e possiamo contribuire a crearla. Quest’affermazione assume un significato concreto e specifico se si pensa alle relazioni. Attraverso le parole incidiamo sulle relazioni.

Attraverso le parole possiamo incidere sul sistema neurale del nostro interlocutore e quindi, possiamo accentuare le sensazione positive e ridurre su quelle negative; possiamo incidere su quello che l’altro sente, pensa e fa.

La parola responsabile

Così come per l’attore, anche per noi la parola ha una responsabilità.

Le parole possono essere di apertura o chiusura, possono dare o togliere, possono essere di cura o di attacco, positive o negative, chiare o confuse, possono costruire ponti o muri, posso creare o distruggere.Le parole possono spingere all’azione.

Usiamo il linguaggio per stare con gli altri, per discutere, per fare affari, per negoziare, per convincere, per persuadere e per mille altre finalità.

A volte le parole hanno un effetto dirompente, può offendere, rafforzare amicizie, può essere litigio o scambio.

A volte una sola parola cambia tutto.

Parola responsabile è la parola che è “consapevole del sostanziale valore “ che ha: che parte dalla presenza, dall’ascolto degli altri intorno a noi e che ad essi torna, come un cerchio che si ripercorre fin tanto che dura la relazione.

Parola responsabile è quella che si concentra sull’altro per accoglierne emozioni e bisogni. La parola responsabile tiene conto delle conseguenze che può generare.

E noi, quanto spesso ci ricordiamo di avere queste responsabilità?